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Recensione: Le Ragnaie, Rosso di Montalcino DOC 2016

Recensione: Le Ragnaie, Rosso di Montalcino DOC 2016

Elena Della Rosa

Aveva capelli di un rosso castano lucente e dava abbracci composti.

Così me la ricordo, come questo vino.

Gentile e diretta. Schietta.

Un’arancia amara.

Me ne porgeva sempre uno spicchio succoso e io lo piluccavo poco alla volta, sperando di poter separare la parte dolce da quella amaricante, senza capire che era proprio quell’equilibrio sottile, quel gioco delle parti a renderla tanto attraente.

Il suo profumo fruttato di ciliegia croccante si mescolava a quello dello smalto con cui si pitturava le mani.

Era per me come la mostarda: ne dovevo mangiare ancora un altro pezzo per capire se, era più dolce o più piccante, senza sapermi mai decidere.

Una donna elegante. A spettinarla solo lo sbuffo di calore che faceva con la bocca, in una smorfia che la rendeva ancora più bella, perché finalmente imperfetta.

Un corpo rotondo e asciutto che muoveva con grazia, attraverso il tepore di una casa che riempiva con i suoi decotti di alloro, quando arrivava l’autunno, e che sostituiva con fresche bevande al chinotto in estate.

Avrei voluto fermare il tempo in quel salotto, dove l’aria veniva profumata di eucalipto e tutto era rassicurante.

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Rimane di quel tempo solo una vecchia cassettiera, e l’odore del rovere che ormai sta scomparendo.

Un vino commovente.

 

 

P.S. Se può interessare un abbinamento strano, ma sorprendentemente riuscito, io l’ho bevuto con un trancio di tonno scottato alla piastra.

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