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RECENSIONE: EMIDIO PEPE, TREBBIANO D’ABRUZZO DOC 2016

RECENSIONE: EMIDIO PEPE, TREBBIANO D’ABRUZZO DOC 2016

Elena Della Rosa

Siamo ai tempi del #coronavirus, ore in fila per fare la spesa. Do fondo alle scorte pur di evitarmela, ma il frigorifero è decisamente vuoto. L’ho aperto e richiuso in fretta per evitarmi il colpo d’aria!

Il vuoto del mio frigorifero e la conseguente “leggerezza” del piatto, aveva bisogno di un vino da poter bere anche da solo (e in grado di alzare il morale).

Il trebbiano d’abruzzo di Emidio Pepe (di cui fortunatamente avevo più di una bottiglia) è un vino che si basta. Un sorso intimo. Non richiede accompagnamento. Avvolgente. Pungente.

È un amante che ti abbraccia, e poi ti fa ridere con la sua ironia intelligente e fresca.

È un vino con cui si dialoga. Complesso. Decisamente.

Amo i suoi profumi di erbe aromatiche, il suo bouquet di fiori ben distinti: la ginestra, la primula e potrei continuare perché malgrado alcuni pensino il contrario, ogni fiore ha un profumo diverso. Riassumiamo in fiori gialli per chi preferisce generalizzare togliendo il dettaglio.

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Nicoletta Loreti, produttrice di Zagarolo che lavora in cantina. Cantina del Tufaio

I dettagli però a me piacciono e questo trebbiano è così dettagliato da sembrare una miniatura, ma non per questo è preciso. Lo dico sorridendo. Ha una nota minerale che accompagna il sorso dall’inizio, tagliando il frutto. Una buona struttura. Più sapido che fresco, ma è una bella lotta.

Già, con questo vino non ti puoi certo annoiare anche se sei chiuso in casa da settimane.

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