Sono una digital strategist specializzata nel settore vitivinicolo. Arrivo dal…
Siamo in Spagna nella regione della Catalonia. Si tratta della cantina di Laureano Serres.
Se cercate una storia facile, questo vino non fa per voi. Se vi piace la bellezza patinata, questo vino non fa per voi. Se vi piace l’eleganza contenuta questo vino, lo ripeto, non fa per voi.
Bene, chiarito questo, appena avvicini il naso al bicchiere di tramortisce una volatile fuori ordinanza. Malissimo, direbbe qualcuno. Io penso: aspettiamo. Questo vino è come quelle persone che ti mettono le mani addosso appena ti conoscono, ti danno una pacca sulla spalla, un buffetto in faccia, un colpo al gomito. Ti viene da dirgli: “Ehi, aspetta un attimo, stai al tuo posto!”. Ma al suo posto, questa base tempranillo (e chissà cos’altro) non ci sta! Al primo sorso però, capisci che tutto questo affetto che dimostra è la copertura per qualcos’altro: non ha un carattere morbido, è riottoso, è permaloso, piccato. Ha capito che tutto questo andare incontro forse non paga, allora punge e si ritira. Torna sui suoi passi. Ti ritrovi tuo malgrado a cercarlo. Un vino che si mangia, che sa di cucina. Sa di Panzanella e Gazpacho, di lievito di birra, eppure in qualche modo è affascinante nel suo essere scomposto, nel suo essere tremendamente imperfetto e crudo. A chi non lo avesse provato consiglio di assaggiarlo, ma senza rancore. Comprarlo per tenerlo in cantina? Mah, non lo so. Come ogni incontro veramente bizzarro ha bisogno di tempo per essere capito. Qui, la linea è veramente sottile tra l’essere un tipo e l’essere improponibili. La cosa certa: non è passato inosservato.
Voglio ricordare però che ogni bottiglia, in questo caso, può essere veramente un mondo a parte: non ascoltatemi troppo e lasciatevi sorprendere!
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Sono una digital strategist specializzata nel settore vitivinicolo. Arrivo dal mondo dell’arte e della "Comunicazione Visiva".