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Torrefavale e Miniere: il Greco di Tufo di Cantine Dell’Angelo

Torrefavale e Miniere: il Greco di Tufo di Cantine Dell’Angelo

Elena Della Rosa
Bottiglie di greco di Tufo, Torrefavale e Miniere

Mio nonno era un minatore. Lavorava in una miniera della Lorena, in Francia.

Ti starai forse chiedendo: perché questo preambolo?

Perché il vino è tante cose e tra queste tante cose è anche una macchina del tempo, è un filo teso tra te e i tuoi ricordi, è la lamella che vibra e trasforma l’aria in suono.

Angelo Muto, Paolo de Cristofaro, Claudio Celio

L’aria ieri sera si è trasformata nelle parole di Angelo Muto e di Luigi Sarno (enologo), della cantina Dell’Angelo e nelle risate di una bella serata, bella come solo una serata in buona compagnia può esserlo.

Siamo nel mondo del Greco (di Tufo), Angelo lavora unicamente questo vitigno difficile in un’area di 5 ettari circa che si estende sulle vecchie miniere di zolfo.

Ed è lo zolfo il filo conduttore di questi vini così caratterizzati, che in alcune annate bisbiglia e in altre ti parla con tono più forte, ma senza mai gridare, senza mai sopraffare il coro degli aromi.

Strati di zolfo e pietre terreno cantina Dell'Angelo

2017, 2019, 2018, 2016 le annate assaggiate di “Miniere” e “Torrefavale”, non annate alla rinfusa, ma la decisione brillante di Paolo de Cristofaro di accompagnarci in una verticale che cresce in verticalità, scusate il gioco di parole!

E’ appassionante lasciare gli schemi rigidi delle degustazioni didattiche per trovare nuovi punti di vista.  

Per avvicinarci a questi due vini – a Miniere ancor più che a Torrefavale – un po’ di originalità ci vuole. Serve originalità non perché siano vini imprecisi e sbilenchi, tutt’altro, ma perché hanno un carattere forte e diretto. Non pensano a cosa vorresti sentirti dire.

Se è vero che i vini prendono il carattere del luogo da cui provengono, questi due sorsi hanno ereditato il temperamento forte e schietto dei minatori che lavoravano qui

La terra e il paesaggio influenzano il carattere delle persone quanto i prodotti che creano.

Mettiti l’anima in pace o tu che proclami l’impossibilità di ritrovare il sentore minerale, perché se bevi questi vini chiudendo gli occhi ti sembrerà di passeggiare vicino alle rocce, ai bordi di un torrente gelato, in una di quelle giornate calde, dove le pietre diventano roventi.

Convivono in questi vini due personalità.  Sono integrate ma sempre ben distinte.

La nota calda, forse più presente nella solarità di Torrefavale* che in quella di Miniere, si esprime in un frutto giallo che gioca a nascondino in base alle annate.

Una freschezza che non viene mai meno.

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Nicoletta Loreti, produttrice di Zagarolo che lavora in cantina. Cantina del Tufaio

L’importante spalla acida li fa apparire snelli e slanciati, come un abito nero su di un corpo formoso.

Sto parlando al plurale perché questi vini sono chiaramente fratelli, ne riconosci la paternità e l’origine dai tratti somatici, ma li puoi distinguere dalle loro diverse espressioni.

Torrefavale e Miniere: gemelli diversi.

Definirei Torrefavale il fratello maggiore, quello più accomodante da un lato, ma nello stesso tempo più riservato. Ti sembra di poterti avvicinare maggiormente, forse perché ti sorride, ma dopo i primi convenevoli ti ferma. Ti blocca sulla soglia. Per entrare in intimità con lui serve tempo e coltivare fiducia, ma se hai pazienza ti porterà attraverso le sue stratificazioni in profondità.

Miniere a mio avviso è il fratello minore (non certo di importanza) per l’irruenza che dimostra. Un’irruenza tutt’altro che scomposta: diretta, chiara, precisa, una lama. Non si è fatto ancora smussare dalle esperienze del mondo. Sembra dirti: così è (e non se vi pare)!

Si potrebbe andare avanti a parlare e scrivere di questi vini per ore, ma direi di andare a trovare Angelo in cantina, perché lui e Luigi sapranno raccontarvi con più amore e precisione di quello che posso fare io il loro bellissimo lavoro.

Appunti di degustazione

Condivido con voi qualche impressione sulle diverse annate in forma di disegno: chi mi conosce, ormai sa che il disegno è il modo che utilizzo per rappresentare e ricordare i vini.

Toglietemi l’immaginazione e mi toglierete tutto.

Miniere 2017
Torrefavale 2017
Miniere greco di tufo 2019
Torrefavale greco di tufo 2019
Miniere greco di tufo 2018
Torrefavale greco di tufo 2018
Miniere greco di tufo 2016
Torrefavale greco di tufo 2016

* Il vigneto dedicato a Torrefavale in realtà si trova ad una quota più alta (circa 200 mt di dislivello rispetto all’altro) ma l’irraggiamento solare è maggiore. Il terreno è composto da argille chiare, calcare e gesso e la presenza di zolfo è minore rispetto a quella del vigneto dedicato a Miniere. Quest’ultimo si trova, come abbiamo già detto, ad una quota più bassa, più vicino al fiume con un terreno più pietroso.

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