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RECENSIONE: VILLA RAIANO, VENTIDUE 2017, FIANO D’AVELLINO DOCG

RECENSIONE: VILLA RAIANO, VENTIDUE 2017, FIANO D’AVELLINO DOCG

Elena Della Rosa

Per la serie #iobevoacasa e a casa (almeno il lunedì) ci sto bene:

Villa Raiano, Ventidue, 2017 (Fiano D’Avellino)

Sembra di respirare l’acqua di mare. Un effetto balsamico che apre le porte al bergamotto, alla zagara, e alla buccia di limone, in sottofondo un filo di miele, una punta di alloro e di salvia. Mi ricorda il profumo che saliva dal pentolino dell’acqua, in cucina. Bolliva con lo scopo di profumare la casa quando arrivava la primavera.
Un bouquet piacevole e complesso.
Naftalina e cera d’api che seguivano come una scia i passi di mia madre per le stanze.
Rispetto al fratello minore (#Boscosatrano che consiglio vivamente) è meno scattante.

Compensa però con una buona sapidità e un finale mentolato.

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Foto del vignaiolo Marco Marrocco della cantina Palazzo Tronconi su sfondo bianco.


Negli anni ho scoperto di preferire quasi sempre le versioni base del fiano, indipendentemente dalla cantina.


Non sapendo cucinare il pesce, l’ho messo a tavola insieme a dei dadini di pollo e funghi. Il mare che incontra i monti. Abbinamento promosso.

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