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Il Pinot Nero nel centro Italia

Il Pinot Nero nel centro Italia

Elena Della Rosa
Pinot nero Italia: le bottiglie degustate in AIS Lazio

So già che qualcuno leggendo questo titolo: “Il Pinot Nero del centro Italia” si fermerà sentendo un brivido alla schiena e un filo di raccapriccio, ma potremmo scoprire con non poca sorpresa che anche alle “nostre” latitudini il Pinot Nero può dire la sua: ovviamente se si trovano le condizioni a lui più favorevoli e se il coraggioso vignaiolo mostrerà sensibilità pari a quella di questo incredibile vitigno.

Possiamo dire che chi decide di coltivare quest’uva è un sognatore (o un masochista? Un pazzo?) certamente non si tratta di una persona avida.

Un vitigno così difficile e incostante da far perdere il senno se te ne innamori. Qualche notte in bianco sicuramente te la fa passare ma, le sue infinite sfumature e vibrazioni valgono sicuramente la scommessa, come una di quelle relazioni tormentate, ma tanto appaganti. Sono certa che qualcuno sa bene di cosa parlo!

È un vitigno ipersensibile, potrebbe essere tranquillamente del segno dei Pesci! La sua pelle è così sottile da renderlo più vulnerabile di altri vitigni agli eventi climatici. Matura presto: meglio metterlo in conto prima di decidere dove piantarlo. Inutile dire che è sensibile alle muffe e alle malattie: lui è sensibile a TUTTO!

Nelle annate difficili fatevi il segno della croce.

È esigente, ha bisogno di cure (estreme!) ed amore. Un “rompiscatole” si potrebbe pensare: fortunatamente qualche volenteroso che se ne vuole occupare esiste.

Ama i climi freschi ed assecondare questa sua predilezione vuol dire favorire la sua qualità e agevolare l’espressione del suo bouquet.

La grazia, la leggiadria, la dimensione aerea insieme ad una bella persistenza e alla freschezza sono il marchio di fabbrica di questo vitigno quando gli è data la possibilità di esprimere sé stesso.

Una personalità di questo tipo, secondo voi può cantare in coro? Se escludiamo la super sperimentata vinificazione in bianco per la base spumante, al Pinot Nero non piace dividere la scena con altri. Così sensibile come abbiamo già detto e stradetto, si offende al minimo contatto: perde la sua grazia e diventa cupo, a volte muto. Certamente non lo riconosci più!

Lo stesso ragionamento possiamo farlo per la sua vinificazione e affinamento. Meglio le botti vecchie che non cedono con troppa generosità i loro aromi a questo vitigno dai sentori così delicati.

Il Pinot Nero è cartina tornasole di un territorio, nessuno come lui traduce nel vino le caratteristiche di una zona: riesce a rendere visibili le differenze di due vigneti poco distanti l’uno dall’altro.

Fatte tutte queste premesse arriviamo in centro Italia e senza ulteriori commenti facciamo qualche accenno sui vini degustati alla bella serata organizzata da AIS Roma e condotta da Massimo Castellani. Ognuno ne tragga poi le sue conclusioni.

Degustazione Pinot Nero del centro Italia all'AIS Roma

Pinot Nero Toscana

Frescobaldi, Pomino 2017 (13 Vol%)

Anche se l’annata è stata decisamente calda e siccitosa, la zona di produzione è molto fresca. È un vino lineare, una bella freschezza succosa come un’arancia sanguinella. Un bouquet non particolarmente complesso che gioca sul frutto di cassis e una leggera speziatura. La freschezza tiene a bada l’alcol che fa solo un leggero sbuffo sul finale, un finale boschivo. Balsamico.  

Podere Fortuna, Fortuni 2015 (13,5 Vol%)

Annata che è stata qui abbastanza equilibrata, con alternanza di momenti più caldi a momenti più freschi. Inizialmente timido, si presenta con una nota “animale”, carnacea. Qui il bouquet si fa più floreale, mostrando una rosa appassita. Delicato. In bocca è meno deciso del precedente, meno teso. Svela un sottile aroma di liquirizia che finisce nel tabacco.

Federico Staderini, Cuna Cru Brendino 2016 (13.5 Vol%)

Si parla di una bellissima annata. Al naso si presenta subito con una vibrazione sottile di fiori. Il patchouli, con la sua nota sensuale, fa un assolo in mezzo ad un coro. Una leggera speziatura, il pepe nero. In bocca ritroviamo la classica leggiadria del Pinot, un’acidità elegante che rende il corpo del vino slanciato. Malgrado non sia stata fatta la diraspatura, il tannino risulta vellutato. Una chiusura di tabacco lunga e persistente. Man mano che si apre concede parole nuove: una leggera nota erbacea che lo rende quasi più interessante, l’alloro e un tratto balsamico.

Podere della Civettaja, Pinot Nero 2018 (13.5 Vol %)

Ci troviamo davanti ad un’annata abbastanza regolare. Appena si avvicina il naso al bicchiere si percepiscono note più scure, “cupe”. Intenso e stratificato. In bocca è succoso, ritroviamo l’agrume. Il tannino sottile, il sorso elegante e fresco. Un finale di tabacco e vagamente erbaceo, ma piacevole. Rivediamo ancora un’immagine boschiva e balsamica.

Pinot Nero Italia Toscana degustazione AIS Roma

Pinot Nero Marche

Roberto Lucarelli, Terre di Fuocaia – Focara riserva 2016 (14 Vol%)

Un vino che si presenta con parole di clorofilla, cannella e frutti scuri. Sotto sotto, nascosto ben bene, un leggero bisbiglio carnaceo. In bocca ha un’acidità spiccata e una vena sapida. Il tannino è più esuberante rispetto ai vini precedenti. Dopo esserti avvicinato attraverso un naso piuttosto “dolce” questa grinta del sorso non te la saresti aspettata. Si allunga in un finale di tabacco e liquirizia.

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Foto del vignaiolo Marco Marrocco della cantina Palazzo Tronconi su sfondo bianco.

Pinot Nero Abruzzo

Nicola di Sipio, Pinot Nero 2016 (13.5 Vol%)

Un profumo delicatissimo e in parte già terziarizzato. I frutti rossi e neri iniziano ad essere cotti. Si sente il caffè insieme ad una leggera speziatura, poi china, tabacco e corteccia. In bocca è potente. È fresco, ma non particolarmente slanciato. Ha un tannino con una leggera nota verde e un finale di radice.

Pinot Nero Lazio

Sergio Mottura, Magone 2016 (13 Vol%)

Qui Lazio ed Umbria si confondono, un territorio caratterizzato dai calanchi argillosi. Il vino qui prende note più scure e profonde. Un naso meno fine e più intenso. Il frutto si mescola alle note speziate, al pepe nero e poi infine il tabacco. Una leggerissima nota sulfurea e poi ancora quell’apertura balsamica. In bocca è sottile e teso, ma non si esprime in verticale. Una codata alcolica sul finale.

Pinot Nero Italia Lazio-Umbria degustazione AIS Roma

Pinot Nero Umbria

Le Madeleine, Pinot Nero 2016 (14 Vol%)

Profumo di fiori, un tratto balsamico e mentolato, la macchia mediterranea e poi il pepe. In bocca è avvolgente, il tannino si sente, ha una certa esuberanza alcolica che conclude con un finale caldo. Entra in bocca morbido ma ti sorprende con una codata acida, un allungo in bocca molto interessante.

Antinori, Pinot Nero della Sala 2018 (14 Vol%)

Si presenta con una piccola riduzione, la nota carnacea si confonde tra un floreale macerato, il frutto nero, il sigaro e un sentore balsamico. Il tannino smorza un po’ la corsa del sorso. Un vino lineare che manca un po’ di spinta e chiude con uno sbuffo alcolico.

La Palazzola, Pinot Nero 2017 (13,5 Vol%)

Un bouquet fatto di note scure, floreali e saline. Un’acidità spiccata e succosa che controbilancia un sorso caldo. Una nota di karkadè e rabarbaro. Il tannino è piuttosto vigoroso. Caffè, liquirizia e un finale affumicato.

Arnaldo Caprai, Malcompare 2016 (14,5 Vol%)

Un bouquet sulle prime un po’ chiuso. Fiori ed agrumi diventano i principali conduttori del percorso odoroso. L’agrume lo ritroviamo in bocca in un’acidità succosa. Ha un corpo agile, una trama tannica che ricorda i sacchi di iuta. Sembra di percepire del verde. Un sorso non particolarmente lungo, forse “costretto” dal legno.

 

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  • Grazie Elena, purtroppo non sono riuscito a partecipare per impegni personali, ma con il tuo resoconto mi è sembrato di esserci (avrei comunque preferito degustare e commentare insieme a te).

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